domenica 5 febbraio 2017

Non (ti) premio: indagine sul bonus premiale nelle scuole baresi

Il questionario reputazionale, la scheda di autovalutazione, il DS che decide "a suo insindacabile giudizio" il grado di eccellenza di un suo docente, i risultati delle prove INVALSI, le domande delatorie ai genitori ("il docente usa il cellulare in classe?"), lo spirito di collaborazione e di iniziativa. Sono solo alcuni dei criteri elaborati dai comitati di valutazione, al termine dell'a.s. 2015/2016, per stabilire l'assegnazione del bonus premiale ai docenti "più meritevoli" della scuola.
E su questi criteri abbiamo realizzato un'indagine (126 Istituti analizzati a Bari e provincia).
Uno dei più discussi provvedimenti contenuti nella legge 107, la valutazione premiale dei docenti, vanta già un anno, il 2015/2016, in cui è stato variamente e maldestramente applicato.
Attuato solo a fine anno scolastico, vista l'incertezza nell'erogazione dei relativi fondi ministeriali e nell'avvio delle procedure di costituzione del comitato di valutazione nei singoli Istituti, il bonus premiale è stato assegnato ai docenti più meritevoli nelle scuole italiane.
Sollecitati da una prima analisi effettuata dalla FLC nazionale nell'estate 2016 e dal confronto coi lavoratori della nostra provincia in questi mesi, abbiamo compiuto un lavoro di esame dei criteri di valutazione elaborati dai singoli Istituti scolastici di Bari e provincia, enucleando alcune criticità alle quali chiediamo di porre particolare attenzione.
Tanto allo scopo di riflettere su alcuni esiti emersi dall’indagine che, per quanto ampiamente prevedibili, ora appaiono concretamente accertati nella loro natura fortemente discriminante e molto poco condivisibile.
Nella situazione attuale, in cui la legge 107/2015 ha concentrato nel Dirigente Scolastico pressoché ogni responsabilità in merito alla scelta dei docenti da “premiare”, riteniamo ancora più importante che il lavoro dei Comitati di Valutazione sia svolto in modo organico e consapevole, in modo da costituire un valido supporto alle competenze dirigenziali. Inoltre, la natura competitiva di una valutazione che invece potrebbe essere migliorativa, ci interroga sull'opportunità di una operazione che rischia di portare solo rancori e scontri nei nostri collegi docenti. 
Ci siamo chiesti, allora, come i comitati di valutazione della nostra provincia abbiano lavorato su questo tema così delicato.
Come si è svolta l'indagine? Abbiamo analizzato, come dicevamo, i criteri di valutazione di 126 Istituti di Bari e provincia sugli attuali 202 Istituti (di cui 2 CPIA), vagliandoli attraverso una apposita scheda. 
Ne abbiamo ricavato un dossier che cerca di evidenziare punti di forza e criticità e di avviare una riflessione seria, competente e condivisa nelle nostre scuole e con le nostre Istituzioni. 

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